martedì 28 dicembre 2010

A capodanno si brinda con la birra


Alcune proposte dei birrifici italiani per feste che acquisteranno un sapore diverso dal solito











Sembra che gli italiani amino sempre di più la birra e che siano sempre più attenti alla sua qualità e alle modalità di produzione.

Perché non decidere di fare un regalo ad hoc per un appassionato o un brindisi diverso o accompagnare cene ed eventi con una birra artigianale piuttosto che con il vino o lo spumante?

Per esempio, per natale a me hanno regalato la Cecca la bionda di Firenze, che detto così può sembrare una escort o una signorina allegra dei viali, mentre è una birra artigianale del  Birrificio Cajun.

Storicamente le Birre di Natale non si classificano come uno stile, ma sono vere e proprie interpretazioni del birraio, che dà alla propria birra di Natale l’impronta che preferisce. Vengono fatte stagionalmente, sono adatte ai climi freddi, tanto che gli inglesi le chiamano “winter warmer”, ovvero, “che scaldano l’inverno”.

Solitamente si tratta di birre alcoliche, spesso speziate e generalmente sono servite a temperature  ambiente. Sono “da meditazione” ma sposano bene con le pietanze sulle tavole natalizie.

Di seguito alcune proposte particolari.

Ecco la BB10 del sardo Birrificio Barley, prodotta in quantità limitatissime, strettamente legata al territorio di produzione, visto che viene utilizzata la Sapa di Cannonau (mosto d’uva cotto in 16 ore di bollitura continua) con una miscela di sei malti inglesi di prima qualità per una bevanda da meditazione da fine serata, ma senza per questo escludere la sua presenza sulla tavola accanto a carni bollite, formaggio pecorino o dessert al cioccolato.
Nuova di zecca la proposta natalizia di Teo Musso, il celebrato artefice del Le Baladin di Piozzo, Cuneo. Dopo che la sua Noel è diventata, causa successo oltre le previsioni, una birra disponibile tutto l’anno, Musso ha pensato bene di crearne una versione al caffè per il Natale 2007: Noel Cafè utilizza dunque veri chicchi di caffè, una miscela arabica di origine indiana.
Il microbirrificio Beltaine ha pensato invece a una Birra di Natale alle castagne. È rifermentata in bottiglia, di forte carattere, si caratterizzata per un colore scuro, un gusto dolce, intenso e speziato, che si adatta ad accompagnare le pietanze natalizie. I profumi e i sapori sono quelli della liquirizia, di affumicato, frutta secca, mallo di noce, cacao e ginepro.
La Birra di Natale del B.O.A., birrificio ostiense artigianale, si presenta come una doppio malto di colore rubino, con un corpo poderoso e una base aromatica di forte impatto, che porta sul palato l’odore della resina dei pini marittimi perché rifermentata con miele, e il miele viene dalla pineta vicina e prodotto da un artigiano locale.
Il B.E.B.A. lancia La Birra di Natale e Re Magi. 8 gradi alcolici per la prima, che si presenta con un colore ambrato carico, con sentori di rosa, viola, frutti rossi e lamponi al naso, e densa, quasi viscosa, alla bocca. Il corpo decisamente persistente la rende impegnativa, da degustazione, da meditazione e digestiva. Molto “warming” la seconda, di colore dorato, limpido, con sentori, al naso, apparentemente semplici, di camomilla, è consigliata con i dessert cremosi.
CD, che sta per Christmas Duck, è la proposta del Birrificio Olmaia , una birra bruna ad alta fermentazione, ispirata alle classiche birre Natalizie. Con il suo gusto delicato ma deciso, grazie all’utilizzo di quattro tipi di malto e una aromatizzazione con miele di Olmo, la CD è perfetta come birra da meditazione.
La proposta del Brewpub Troll è la Stella di Natale, una birra scura di 10,5 gradi alcolici, dal carattere molto inteso e complesso, che affascina per i suoi profumi legati a sei differenti malti speciali e a una speziatura erbacea. Straordinaria se abbinata al cioccolato fondente e a dolci al cacao.
Da aggiungere alla lista anche la Birra di Natale del Birrificio Mostodolce, una birra stagionale, perchè prodotta con farina di castagne dell' Appenino Toscano, essicata e macinate come da tradizione. Birra ambrato scuro, con schiuma compatta e pannosa. Al naso domina l'aroma di farina di castagne, in bocca risulta vellutata con un gradevole corpo ed un retrogusto con un netto richiamo all' aroma. Nonostante la forte caratterizzazione data dalla farina di castagne risulta comunque facile da bere con i suoi 7 gradi alcolici.

A questo punto fate la vostra scelta e alla mezzanotte per salutare il 2010 e dare il benvenuto al nuovo anno 2011, stappiamo una bella bottiglia di birra artigianale!

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www.unionbirrai.com

giovedì 28 ottobre 2010

Principali stili di birra

Possiamo suddividere le birre in varie classificazioni.

La classificazione più usata è quella che fa riferimento al tipo di lievito utilizzato per la fermentazione, lieviti a bassa fermentezione per le birre tipo Lager, mentre lieviti ad alta fermentazione per quelle di tipo Ale. Ci sono anche delle birre che si chiamano Lambic che sono originarie di una regione del sud del Belgio (paese ricco di tradizione birraia) dove per la fermentazione viene usato un tipo di lievito selvaggio che fa partire una fermentazione spontanea.

Quando si parla di bassa fermentazione si fa riferimento a lieviti che lavorano a temperature inferiori a 12 gradi, mentre per le alte siamo attorno ai 20 gradi.

Spesso alle ale sono riconosciute caratteristiche di maggior complessità grazie ai sapori e agli odori ricchi di aromi floreali, speziati e fruttati, mentre le lager sono più frequentemente "pulite" ed evidenziano soprattutto il carattere di malto e luppolo.

Dalla rete Internet ho trovato questo schema riassuntivo che rappresenta graficamente le birre sotto questa classificazione.


Un'altra classificazione che possiamo fare  è sulla base del colore. Esiste una scala cromatica che può essere misurata in EBC o SRM seguendo questo schema:





Infine l'ultima classificazione viene fatta sulla gradazione alcolica della birra e su questa scala si va dalla birra doppio malto fino alla birra analcolica.

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martedì 19 ottobre 2010

La leggenda di Gambrinus

"Gambrinus fue chiamato finche' visse,
regno' in quel di
Fiandre e di Bramante.
Dall'orzo il malto pria di tutto estrasse,
poscia di birra fe' l'arte brillante
tal che li posteri vantasse
d'aver avuto un
Re, Mastro insegnante."

Questa antica ballata germanica narra di Gambrinus, una figura leggendaria affine alla birra. Volendo descrivere fisicamente Gambrinus, ce lo immaginiamo come una bella persona panciuta con una folta barba seduto sul suo trono con in mano un bel boccale di birra e in testa la sua corona di spighe d'orzo, di nobili origini o figlio di un contadino, questo non ha importanza, ma la credenza lo vuole come l'inventore della birra.


Storicamente Gambrinus potrebbe essere collocato negli anni di Carlo Magno come birrario del re, oppure sarebbe addirittura un antico re germanico, dove i più appassionati lo vorrebbero come fondatore della città di Cambrais (impossibile dato il fatto che questa città esisteva già all'epoca gallica).


Un poeta tedesco ce lo descrive come il discepolo diretto dell'antica dea egizia Iside, dalla quale avrebbe appreso i segreti della Birra.


Particolarmente interessante è la leggenda che lo vede protagonista su come abbia fatto a diventare Re della birra.


Si narra che il giovane Gambrinus fosse innamorato della figlia del mastro vetraio per il quale lavorava, la bella Flandrine. La figliola però doveva andare in sposa solo a un nobile e il povero Gambrinus non rientrava in questa cerchia. Fece di tutto per poter essere degno di lei, componendo poesie e suonando strumenti, ma Flandrine rimaneva sempre una meta lontana. 
Disperato decise di suicidarsi, quando gli comparve il diavolo che con un patto gli avrebbe fatto dimenticare la ragazza solo se l'anima di Gambrinus gli fosse appartenuta per 30 anni. Lui accettò e il diavolo lo iniziò al gioco d'azzardo, che lo distraeva da Flandrine, ma con il passare del tempo e le ricchezze accumulate, gli venne in mente che forse avrebbe potuto conquistarla, ma lei non ne voleva proprio sapere e Gambrinus tornò alla vecchia decisione di uccidersi.
Il diavolo gli si ripresentò davanti con un'altra offerta: lo portò in una capanna circondata da orzo e luppolo e gli insegnò la produzione della birra. Questa innovativa bevanda piacque molto alle persone del villaggio e la voce si sparse rapidamente, tanto che la ragazza incuriosita volle provare la birra. Quando arrivò davanti a Gambrinus, lui non la riconobbe nemmeno, era felice e contento con la birra. Il re delle fiandre gli offrì un titolo nobiliare come conte o duca, ma lui preferì "Re della birra" come era conosciuto tra la gente del popolo. 
Quando il diavolo arrivò per reclamare la sua anima, Gambrinus lo invitò a bere la birra e ne bevvero così tanta che anche il diavolo stesso si era dimenticato cosa voleva da Gambrinus.
Così libero dalla donna che lo aveva fatto infatuire inutilmente e libero dal diavolo, visse per tutta la sua vita sul trono con in mano un boccale di birra e alla sua morte fu sepolto non sotto una lapide, ma sotto un barile di birra.


Forse proprio da questa leggenda può essere nato il modo di dire "bere per dimenticare!"

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martedì 12 ottobre 2010

Un po' di storia della Birra

Non si sa bene quando la birra sia nata, ma sicuramente molti molti molti anni fa.
Potrei dire: "C'era una volta..." come se la birra fosse una principessa di una fiaba, oppure un drago che sorveglia la torre di un castello, comunque vada la birra è veramente antica e trae le sue origini circa 6000 o 7000 anni fa!
Storicamente ci sono tracce negli scritti degli antichi egizi e dei mesopotami risalenti al V millennio a.C. come una tavoletta dei sumeri dove ci sono delle persone che bevono una bevanda con delle cannucce da un recipiente, oppure delle analisi che sono state fatte su dei boccali di 7000 anni fa che identificano tracce di una bevanda che potrebbe essere la Birra.
Sicuramente circa 4000 anni fa i sumeri avevano la Birra e una divinità chiamata Ninkasi la dea della birra e una preghiera alla dea riporta la prima ricetta:

« Ninkasi, tu sei colei che cuoce il bappir [un pane d'orzo] nel grande forno, Che mette in ordine le pile di cereali sbucciati, Tu sei colei che bagna il malto posto sul terreno...
Tu sei colei che tiene con le due mani il grande dolce mosto di malto...
Ninkasi, tu sei colei che versa la birra filtrata del tino di raccolta,
È [come] l'avanzata impetuosa del Tigri e dell'Eufrate »

Arrivando ai giorni d'oggi dobbiamo certo soffermarci nel medioevo, dove la Birra ha trovato la maggiore affermazione e in questo periodo monasteri e abbazie soprattutto del nord europa non si facevano certo mancare questa bevanda. Risalente proprio dall'epoca medievale è la leggenda di Gambrinus, ma ve la racconterò nel prossimo post!

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